Il blocco della covata

Alla ricerca di sei regine in mezzo a due o trecentomila api, è questo l’obiettivo della giornata.

Facciamo un passo indietro. Dagli anni ’80 in Europa come in America si è diffuso un acaro parassita delle api asiatiche, le quali nell’arco di milioni di anni hanno imparato a tollerare.

Le nostre api invece non lo tollerano, e mediamente nel giro di due anni una famiglia infestata dalla varroa, così si chiama l’acaro, è destinata a soccombere.

Si fa quindi necessario l’intervento dell’uomo, dell’apicultore, che però riesce solo a ridurre la presenza ma non ad eliminare completamente la varroa. Perciò il fenomeno è considerato endemico. La profilassi prevede un trattamento estivo ed uno invernale.

Avendo deciso di utilizzare l’acido ossalico, un acido naturale che ha la funzione di aumentare leggermente l’acidità dell’ambiente in modo che sia letale per la varroa ma tollerabile per le api. L’acidità però non raggiunge la covata opercolata perciò si rende necessario utilizzarlo in assenza di covata. Da qui l’esigenza di imporre un blocco artificiale confinando la regina nelle gabbiette delle immagini.
Iniziamo dall’arnia più semplice: poche api e regina marcata. La individuiamo subito sul quinto o sesto favo. Dopo un paio di tentativi falliti di bloccarla la regina vola dal favo!!! Per fortuna si posa sulle barre e a questo punto un tocchetto con le dita e finisce nella gabbietta. E così anche per le altre colpetto con un dito e giù nella gabbietta. Tra per l’arnia bianca in cui la regina proprio non si riesce a trovare. Ci riproveremo domani.

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