Primavera senza miele

Sciamatura su albicocco

Sciamatura su albicocco

Come sempre più spesso accade qui a Roma, anche quest’anno la primavera è arrivata in anticipo.
Ai primi mandorli e rosmarini in fiore, le api legnaiole sono uscite dal letargo alla ricerca di un luogo in cui fare il nido. Il colore della fine dell’inverno ha i riflessi violacei delle ali di queste api solitarie.
Le nostre api regine, dopo una brevissima pausa tra dicembre e gennaio, riprendono a deporre uova: arriva la stagione del raccolto e le api sanno che bisogna ricominciare a nutrire e riscaldare.

E invece gli improvvisi sbalzi di temperatura, con minime notturne vicine a 0°C, le costringono a consumare di notte quel che si raccoglie di giorno per riscaldare la covata: tenere una temperatura costante di 32°C in queste condizioni richiede molta energia, dunque un notevole consumo di miele.
Succede inoltre che tra marzo ed aprile (ieri l’ultima) avvengano diverse sciamature, eventi naturali legati alla riproduzione della famiglia, che ugualmente comportano un grande dispendio di energie.
Il risultato è che a maggio gli alveari, i nostri alveari!, si ritrovano con una minore quantità di miele rispetto a dicembre o gennaio. Non resta che confidare in un’estate più clemente.

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